Il comprensorio Oca Sagreda, di forma quadrangolare e delle superficie di circa 1060 ettari , all'inizio del 1900 era paludoso per circa l'80% e per il rimanente 20% coltivato a pascolo e a risaia stabile, con prosciugamento insufficiente. Confinava a nord con il Consorzio di Bonifica dell'Isola di Ariano, ad est con il Po di Gnocca, a sud con il Consorzio Ca' Lattis e ad ovest con il canale Veneto. Data l'altimetria del territorio, era impossibile lo scolo per deflusso naturale per cui la bonifica, studiata nel 1907, prevedeva il prosciugamento artificiale mediante sollevamento meccanico delle acque da scaricare nel Po.
Nel 1913 nell'estremità orientale del comprensorio, a ridosso dell'argine destro del Po di Gnocca, fu costruito lo stabilimento idrovoro Oca. Successivamente venne dato corso allo scavo del collettore principale( 4,5 chilometri ) e degli scoli secondari ( 3 chilometric), racchiusi entro un argine di conterminazione lungo 2.000 metri. Tre anni dopo, per ovviare alla mancanza d'acqua per gli usi domestici e l'abbeveraggio del bestiame, il Consorzio provvide, a proprie spese, a costruire due sifoni di derivazione dal Po costituiti da tubazioni metalliche del diametro di 250 mm, successivamente ristrutturati e migliorati.
Nel 1930, mediante l'accensione di un mutuo di bonifica integrale il Consorzio sistemo e consolidò in ghiaia una strada interpoderale, della lunghezza di 2.000 metri, allacciata dall'arginatura destra del Po di Gnocca e costituente l'unica via di accesso al comprensorio consorziale. Con il prosciugamento e la messa a coltura dei terreni, le condizioni del territorio, paludoso e disabitato prima della bonifica migliorarono decisamente. La produzione agricola aumentò in misura considerevole. Sorsero manufatti colonici e piccola fabbricati per le abitazioni degli operai agricoli. Diminuirono i casi di infezione malarica. A distanza di qualche anno dal primo intervento di bonifica, cominciarono a manifestarsi , con intensità crescente, alcuni inconvenienti idraulici dovuti al costipamento dei terreni superiore al previsto, al basso coefficiente di assorbimento delle acque piovane, alle filtrazioni provenienti dalle vicine risaie di Ca' Lattis.
Il consorzio si vide costretto a svariati interventi idraulici, strade di bonifica, opere di irrigazione, provviste di acqua potabile, etc. Trascorsi alcuni anni si provvide ad elettrificare l'impianto idrovoro. Il fenomeno dell'abbassamento del suolo, che interessò drammaticamente il Delta orientale negli anni Cinquanta, sconvolse la pendenza dei canali, aumentò la prevalenza dell'impianto fino al livello limite per il suo funzionamento e mise in condizioni critiche l'intera rete idraulica. Le successive rotte del Po di Goro ( 1957-1960 ) sommersero completamente il comprensorio. Gravissimi furono i danni riportati dall'idrovora, dalla rete di canalizzazione dei scolo e dai manufatti. Il consorzio elaborò programmi di intervento per una ribonifica integrale, ma riuscì a d attuare solo parziali adeguamenti, il più importante dei quali fu l'installazione di elico-pompe in sostituzione dei vecchi gruppi idrovori. In progetto rimangono ancora molti interventi da attuare nel comprensorio Oca Sagreda.